- 20 Marzo 2021
- Posted by: Consenso Europa
- Categoria: Politica
La storia dei cambi di governo raccontata attraverso i comunicati stampa del Quirinale. Intervista a Daniele Cabras, Consigliere del Presidente Mattarella
Da Luigi Einaudi a Sergio Mattarella, dalle dimissioni di De Gasperi all’incarico a Mario Draghi, tutti i comunicati diffusi dall’Ufficio Stampa del Quirinale ad ogni crisi di governo dal 1948 ad oggi. Un pezzo di storia d’Italia raccontata attraverso le comunicazioni ufficiali del Capo dello Stato: le ha raccolte e pubblicate la Presidenza della Repubblica sul proprio sito.
Le crisi di governo hanno scandito la vita politica della Repubblica sin dagli inizi. Tra consultazioni, complicate trattative, dichiarazioni e prese di posizione dei protagonisti, rappresentano un passaggio il cui racconto è sempre più importante per comprendere l’evoluzione dello scenario politico e le risposte del sistema istituzionale alle istanze che provengono dal Paese. Racconto nel quale svolgono un ruolo fondamentale le comunicazioni ufficiali del Capo dello Stato: dall’annuncio delle dimissioni del Presidente del Consiglio, al conferimento di incarichi o pre-incarichi, indicano la direzione che il Quirinale, di volta in volta, intende dare allo svolgimento della crisi.
Ma in che modo è cambiata la comunicazione e il ruolo della Presidenza della Repubblica nella gestione delle crisi di governo? Consenso Europa lo ha chiesto a Daniele Cabras, Consigliere del Presidente della Repubblica Mattarella per gli Affari Giuridici e gli Affari Costituzionali, che ha curato la raccolta e la pubblicazione dei comunicati.
Come nasce l’idea di raccogliere i comunicati stampa della Presidenza della Repubblica relativi alla formazione e alla crisi dei governi da Luigi Einaudi all’attuale Presidente Sergio Mattarella?
L’idea è nata a seguito del ritrovamento, quasi per caso, di un fascicolo dattiloscritto conservato in un faldone dell’Archivio costituzionale dell’Ufficio per gli affari giuridici. In breve, a partire dal 1948 era iniziata la raccolta dei comunicati stampa relativi alla formazione ed alla crisi dei governi. Il ritrovamento è dovuto anche alla digitalizzazione dell’intero Archivio costituzionale che abbiamo completato da alcuni mesi. Il fascicolo con i comunicati era in sostanza uno strumento di lavoro interno funzionale alla conservazione e quindi alla consultazione dei precedenti relativi ad uno dei compiti di maggiore delicatezza e responsabilità svolti dal Presidente della Repubblica. Questo fascicolo è stato integrato, completato e organizzato in modo da poter essere pubblicato. Abbiamo ritenuto che potesse rivelarsi di un qualche interesse per gli operatori della comunicazione e per i costituzionalisti, ma anche per chiunque fosse interessato ad approfondire le dinamiche di uno degli snodi fondamentali della vita delle istituzioni democratiche.
“In passato venivano diramate note ufficiose per dare conto delle opinioni dei partiti. Oggi la comunicazione delle crisi è più intensa e puntuale”
Ha notato degli elementi di continuità o differenze nel modo di comunicare le crisi nel corso di questi decenni da parte del Quirinale?
Il fatto stesso di conservare in maniera meticolosa i precedenti ha concorso a determinare una continuità nel linguaggio e nelle formule utilizzate. Nel tempo tuttavia i passaggi procedurali e i concetti utilizzati si sono andati precisando è chiarendo. Ad esempio, in una prima fase la distinzione tra pre incarico e incarico (o mandato) esplorativo era molto sfumata. In tempi più recenti è risultato chiaro come il pre incarico venga affidato a un potenziale Presidente del Consiglio nei casi in cui il Presidente della Repubblica ritenga opportuno accertare preliminarmente l’effettiva esistenza di una maggioranza disposto a sostenerlo. E’ il caso, non andato a buon fine, dell’onorevole Bersani nel 2013.
L’incarico esplorativo, invece, sappiamo oramai che viene affidato al Presidente della Camera o del Senato affinché approfondisca le consultazioni in nome e per conto del Presidente della Repubblica. In occasione della formazione del primo governo Conte, un incarico esplorativo fu affidato prima alla Presidente Casellati e poi al Presidente Fico perché verificassero l’esistenza , rispettivamente, di maggioranze di centro-destra e di centro-sinistra, in entrambi i casi riferirono al Capo dello Stato che una maggioranza non c’era. Per quanto riguarda le modalità della comunicazione, abbiamo rilevato come in passato piuttosto di frequente venissero diramate “note ufficiose” alle agenzie di stampa volte a dare conto delle diverse opinioni politiche. Negli ultimi anni sono aumentate le dichiarazioni rese in diretta al Quirinale dai protagonisti della crisi. Mi sembra in sostanza che la comunicazione sia diventata più intensa e puntuale, soprattutto per il grande lavoro svolto dagli operatori della comunicazione, e l’intero procedimento pienamente trasparente, com’è giusto che sia.
“Dai comunicati emerge la tendenza alla semplificazione. In passato, ad esempio, l’incaricato si limitava a sciogliere la riserva per poi tornare solo in un giorno successivo con la lista dei ministri”
Quali sono stati i fattori che nel corso degli ultimi decenni hanno maggiormente influito sulle modalità di gestione delle crisi da parte del Quirinale?
Dai comunicati si comprende come, a partire dal 1993, con l’introduzione della legge elettorale maggioritaria, le consultazioni si siano semplificate e siano diventate più celeri. L’esempio più eclatante di questa tendenza è stata la formazione del quarto governo Berlusconi. In quel caso, unico nella storia della Repubblica, il conferimento dell’incarico coincise con l’accettazione dello stesso e con la presentazione della lista dei Ministri. In generale, in costanza di maggioritario, quando dalle urne è emersa una maggioranza sufficientemente delineata, la formazione dei governi ha richiesto sempre tempi più ristretti ed ha seguito un percorso più lineare.
Con il ritorno al proporzionale le cose sono tornate a complicarsi, come ampiamente attestato dall’attuale legislatura, dove la formazione dei governi è in particolare tornate a richiedere tempi più lunghi. Tuttavia, vi sono anche cambiamenti che hanno resistito al ritorno del proporzionale e che appaiono legati soprattutto alle trasformazioni intervenute nel sistema dei partiti e nella rappresentanza politica. La tendenza alla parlamentarizzazione delle crisi si è notevolmente accentuata. Nel 1998 il primo Governo Prodi si è dimesso in seguito ad un espresso voto di sfiducia del Parlamento. Lo stesso è avvenuto nel 2008 con il secondo Governo Prodi. Più in generale, o attraverso i rinvii alle Camere del Presidente della Repubblica o per autonoma scelta dei Presidenti del Consiglio in carica, molto più di frequente le dimissioni del Governo sono seguite ad un dibattito parlamentare dal quale, anche senza giungere al voto, emergeva chiaramente come il Governo non godesse più della fiducia della maggioranza dei componenti delle Camere.
Altro elemento di semplificazione che emerge dai comunicati è la tendenza, divenuta oramai una costante, a rendere contestuale l’accettazione dell’incarico da parte del Presidente del Consiglio incaricato e la presentazione della lista dei ministri. In passato, l’incaricato si limitava spesso a sciogliere la riserva per poi tornare in un giorno successivo con la lista dei ministri. Infine, dalla raccolta dei comunicati emerge come le rinunce all’incarico seguite dalla nomina di un nuovo incaricato poi andata a buon fine si siano azzerate. Come dire, il sistema politico dimostra di disporre di molte meno alternative da proporre al Presidente della Repubblica.
Un grazie sentito al Dr Cabras e a tutto il suo staff per questa iniziativa encomiabile che facilita il lavoro di tutti coloro che – storici, politologi, costituzionalisti, giornalisti, cittadini – sono interessati al funzionamento delle nostre istituzioni di vertice.
Un lavoro molto interessante, per il quale ringrazio i curatori.